Questa storia parte dal 2015, anno di Expo e del lancio del Refettorio Ambrosiano, il primo progetto di charity da cui ha avuto origine nel 2016 Food for Soul, l'organizzazione no profit lanciata dallo chef Massimo Bottura e da sua moglie Lara Gilmore per mandare un messaggio chiaro al tutto il mondo: ridurre gli sprechi.
In ognuno dei refettori inaugurati a Milano, Rio de Janeiro, Londra e Parigi c'è una macchina per il gelato Carpigiani e in questa intervista Massimo Bottura ci racconta come ha avuto quest'idea e come si svilupperà il progetto "Food for Soul" in futuro. 

1.    Il gelato per ridurre lo spreco in cucina. Quando le è venuta quest’ idea e come ha scelto di inserirla nel progetto Food for Soul?

Il gelato è profondamente parte della tradizione italiana: nel momento in cui viene servito a tavola rappresenta un momento di gioia da celebrare. Proprio per questo non poteva mancare nelle tavole condivise di Food for Soul, dove non solo si offre un pasto completo agli ospiti ma soprattutto si condivide un momento di festa e di inclusione destinato a scaldare i cuori e aprire le menti. Per ridurre gli sprechi è essenziale sfruttare al massimo il ciclo vitale di ogni ingrediente. La macchina per il gelato si è rivelata uno strumento utile per far esplodere la mia creatività e sfruttare tutti i tipi di prodotti caseari vicini alla data di scadenza, come ricotta, robiola e yogurt, ma anche frutta e verdura da trasformare in sorbetti e gelati buonissimi, sia salati che dolci. Penso che ci dovrebbe essere una macchina per il gelato in ogni cucina, non solo perché permette di lavorare con gli ingredienti di recupero, ma anche perché è in grado di trasformare prodotti base in gelati squisiti! 

2.    Cosa le piace del gelato artigianale e quali sono i suoi gusti preferiti?

All’entrata della nostra nuova guest house Casa Maria Luigia due sculture raffiguranti grandi coppe di gelato dai gusti tradizionali – limone, fragola, cioccolato e pistacchio – che con la loro semplicità rendono omaggio all’essenza e alla ricchezza della materia prima, e  accolgono gli ospiti “sgocciolando” dal balcone. Il gelato viene rappresentato come il gioco, l’ironia, lo scherzo che caratterizza la quotidianità di un bambino e che non si dovrebbe perdere mai col passare degli anni. Del gelato amo questo, la capacità di evocare il gioco, di essere informale e di sporcare ogni superficie, portando al sorriso anche le situazioni più distaccate. Creando così complicità ed inclusione, con un gesto semplice.

3.    Ha qualche storia da raccontare sul gelato nei Refettori di Milano, Rio de Janeiro, Parigi o Londra? 

Il gelato nei nostri Refettori viene davvero vissuto come un motivo in più di festa. Quando i bambini dell’oratorio vicino al Refettorio Ambrosiano vengono a sapere che ci sarà il gelato sono ancora più felici perché sanno che ci sarà una merenda da condividere con loro. Parlando di merenda, al Refettorio Felix di Londra il classico tè inglese con i biscotti è diventato gelato grazie alla creatività dei nostri volontari, che hanno omaggiato la cultura inglese con un twist goloso in più, davvero molto apprezzato dai local! Spostandoci a Rio, al Refettorio Gatromotiva, le banane più mature diventano invece sorbetti fantastici.

4.    Quali sono i prossimi passi di Food for Soul?

Di sicuro recuperare ancora più ingredienti, così da avere sempre materia prima per i nostri gelati! Food for Soul è in costante espansione, lavoriamo per fare in modo che i progetti già avviati in tutto il mondo riescano ad essere sostenibili e portare avanti il proprio impegno ogni giorno, e non vediamo l’ora di calarci in nuove sfide: il nostro prossimo obiettivo è piantare un seme negli Stati Uniti, un’area dall’enorme potenziale dove ogni gesto di inclusione può rafforzarsi e aumentare il suo raggio d’azione, diventando un esempio virtuoso per ogni comunità.